SAREMO NELLA TUA CITTA'
La Spagna non ama più i t.o. italiani: Marevero, Travelplan, Welltour. Tre t.o. che dalla Spagna hanno ricevuto impulso e capitali (Iberostar per Marevero, Globalia per Travelplan) o prospettive di business (Welltour).
Tutti e tre accomunati da un destino da disegnare: riposizionamento e rilancio (Iberostar ha passato la mano a Value Holding), cessione (Globalia cerca acquirenti), abbandono del socio di riferimento (Welltour da Alpitour, sottoposta alla spending review del nuovo a.d. Burgio).
Cosa non ha funzionato? Certo non la destinazione. La Spagna ha sempre venduto bene, nelle nostre agenzie, e nel 2011 della Primavera Araba ha ricevuto cospicui flussi di turisti provenienti da Egitto & C. Certo non gli uomini. Scaffidi e Schiavon, Limonta e Bodrato sono manager di valore acclarato, testimoniato da anni di esperienza e con alle spalle ottimi percorsi professionali.
Due i motivi, allora. Il primo, è facile, è che la Spagna è messa economicamente peggio dell’Italia (strano a dirsi, solo 4 o 5 anni fa…) e gli imprenditori spagnoli devono prima mettere a posto i loro conti, poi guardare all’estero. L’espansione di Iberostar e Globalia nel Belpaese è nata in “anni buoni”, quando nessuno prevedeva che la crisi sarebbe stata così profonda e così duratura.
Ma il motivo principale è il modello di business. Il t.o. generalista, quello del pacchetto all inclusive (iscrizioni, tasse, fuel surcharge, penali ecc. incluse) sta crollando, devastato dalla disintermediazione, dalle low cost, dalle Olta e da attori che fino a qualche anno fa non contavano granché. Albatravel, Transhotel, Travelcube, Restel crescono, crescono, crescono. Transhotel e Restel sono spagnoli. Chissà perché.
Polycastrum: dopo i rumors sulla situazione finanziaria, il tour operator rompe il silenzio con un comunicato.
“Dopo 26 anni di attività siamo costretti a sospendere provvisoriamente la nostra programmazione”: con queste poche parole l’operatore specializzato sul Mare Italia annuncia una pausa nell’operatività, dovuta proprio alla situazione attuale dei conti. Una decisione presa “in attesa di poter valutare in un tempo brevissimo (poche settimane) se esistono le condizioni per una ripartenza”.
Tra le ipotesi allo studio dell’azienda, anche “l’ingresso di nuovi soci e/o il reperimento delle risorse finanziarie in grado di consentire la normale prosecuzione della nostra attività”.
Tra le cause delle difficoltà, afferma lo stesso operatore, la stretta creditizia: il t.o. infatti afferma non aver potuto affrontare le difficoltà del mercato “anche a causa della insostenibile contrazione delle linee di credito, ridotte di oltre il 60 per cento in circa 18-24 mesi”.
Dopo aver sviluppato, nel corso della propria attività, 20 milioni di presenze turistiche, quest’anno Polycastrum si è trovato a dover far fronte con un calo del fatturato estivo di oltre il 45 per cento. “Ciò – precisa l’azienda – ha prodotto una esposizione “importante” nei confronti di nostri clienti/partner fondamentali cui vorremmo far fronte nel medio periodo”.