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E’ in arrivo un piano strategico del turismo a lungo periodo. Incredibile ma vero: preghiere, inviti, appelli, suggerimenti arrivati nel tempo dalle associazioni di categorie e da addetti ai lavori hanno dunque fatto centro ? La genesi di questo piano “annunciato” dal ministro del turismo Gnudi non è del tutto chiara ma di fatto il ministro in data 12 giugno ha presentato al premier Monti, e ai rappresentanti del Ministero dei Beni Culturali, Istruzione, Esteri, Sviluppo agricolo, la bozza di un “ Piano Strategico di rilancio del turismo Italiano”, concertato con le regioni, come viene sottolineato, e supportato dalla consulenza del The Boston Consulting Group (BCG), con il coordinamento del professor Massimo Bergami. Alti profili, insomma, e un concetto base di partenza : il turismo rappresenta una delle leve più importanti per la ripresa economica del paese (!) Il progetto definitivo, che delineerà gli strumenti da attivare e i possibili scenari da qui al 2020, i potenziali nuovi posti di lavoro e la prevista crescita Pil, sarà presentato dopo l’estate in occasione della Conferenza Nazionale del Turismo. Una notizia “ bomba” che in realtà non ha suscitato le reazioni, più o meno sorprese o più o meno felici da parte degli addetti ai lavori, che invece ci saremmo aspettati. A parte due tempestivi interventi, quello di Fiavet nazionale e di Amadeus. La Fiavet nazionale, per bocca del suo presidente Giovannoni, alla “notizia” ha inviato subito al ministro Gnudi una lettera chiedendo il coinvolgimento delle associazioni all’elaborazione del Piano Nazionale del Turismo. “Apprezzando il valore dell’iniziativa, riteniamo – ha spiegato Giovannoni – che le associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale del turismo, che ogni giorno si confrontano con le problematiche del comparto, debbano essere presenti in tutte le fasi di ideazione del progetto, per poter offrire il loro contributo alla definizione degli asset strategici di sviluppo del settore…” . Mentre Fabio Maria Lazzerini , amministratore delegato e direttore generale di Amadeus Italia- ha sottolineato come “ sia finalmente emersa da parte delle istituzioni la consapevolezza dell’importanza di questo settore. Ci sono tuttavia alcuni aspetti che devono essere chiariti: i contenuti e i modi di attuazione del piano e chi saranno gli operatori coinvolti nel suo sviluppo. Il rischio è che il progetto diventi l’ennesima vampata di ottimismo cui però non faccia seguito la costruzione di un progetto concreto e vantaggioso per la promozione del turismo in Italia”. Insomma, timori che tutto accada al di sopra della testa di chi con il turismo si confronta ogni giorno, e un pizzico di sano scetticismo per evitare di trovarsi ancora una volta di fronte a un fuoco di paglia. Tornando al Piano e al rilancio del turismo, tema sul quale il ministro Gnudi ha riservato più di un’intervista a parecchi quotidiani, i punti chiave sembrano essere “una cabina di regia Governo/regioni, rilancio delle infrastrutture, dagli alberghi comprendendo una elevata formazione del personale, agli aeroporti, recuperando quelli dimessi o mai stati resi operativi, e una promozione più efficace a livello internazionale da affidare, comunque, a un Enit “ ristrutturato”, ente che sta in “remise en forme” da tempo illimitato, per il quale pare stia allo studio un altro piano segreto per dargli una connotazione sprint ed economica. Tutto questo non ha un grande odor di nuovo, l’importante sarà il fare, il passare al concreto. Intanto, dalla Conferenza Stato Regioni, da parte del coordinatore della Commissione, Mauro Di Dalmazio, è emerso un documento programmatico sul settore destinato al ministro Gnudi in cui si affermano cinque precise e concrete istanze adeguate ai tempi che stiamo vivendo: defiscalizzazione degli investimenti relativi alle ristrutturazioni delle imprese ricettive; affidamento dell’attività di concessione dei visti turisti all’ENIT-Agenzia per garantire il finanziamento delle attività di promozione del brand Italia; soppressione dell’imposta di soggiorno o applicazione armonizzata su base nazionale per la sua trasformazione in tassa di scopo; creazione di un Fondo destinato a piccole e medie imprese turistiche; rafforzamento della competitività delle imprese a partire dal’adeguamento dell’aliquota IVA in relazione ai competitor europei.

 

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